Capita spesso che, i miei amici e le persone che mi conoscono, affermino che il mio lavoro è speciale e che sono molto fortunata. Ebbene si, lo confermo ogni volta: il cibo è un tassello molto importante della mia vita.
Un piatto può raccontare molto e racchiude sempre una storia
fantastica per il nostro palato e non solo.
Ma la mia fortuna più grande è avere la possibilità di
conoscere le persone speciali che realizzano questi piatti e che riescono a
farmi provare delle emozioni uniche e, aggiungerei, indelebili.
Una di queste è, senza dubbio, Domenico Iavarone.
Ogni piatto di Domenico, si trasforma in una sempre nuova
esperienza sensoriale.
Qualche anno fa fui invitata ad un evento speciale, una cena
a quattro mani in una location molto carina. Avevo già sentito parlare di un
bravissimo e giovane chef stellato giù in costiera, ma non avevo avuto ancora
il piacere di conoscerlo di persona. È bastato poco per innamorarmi della sua
cucina, della sua simpatia travolgente e della sua umiltà. Ed è bastato poco
per diventare subito amici.
Ho iniziato, poi, a seguirlo e “inseguirlo”in tutte le
location che lo hanno ospitato.
Insieme abbiamo anche collaborato per casa Public, creando
un panino unico.
Adoro il rapporto che si è instaurato tra di noi, c’è una
grande stima reciproca. Quando ho delle insicurezze ai fornelli, mi basta una
telefonata e Domenico ha sempre una soluzione.
Ma conosciamolo meglio.
Domenico Iavarone, classe 1982, nasce in una famiglia di
macellai, ma decide di intraprendere un’altra strada e si iscrive
all’Alberghiero di Napoli.
Vanta di una grande esperienza al fianco di due grandi della
cucina italiana e non, Gennarino Esposito e Oliver Glowing, i quali gli hanno
trasmesso ancor di più l'amore per il Mediterraneo, la sua terra e per i suoi
frutti.
Dopo il percorso lavorativo al “Capri Palace” e al “Maxi” di
Vico Equense, dove ricopre il primo ruolo di chef e viene premiato con una
stella Michelin, Domenico decide di intraprendere una nuova avventura,
affiancando la famiglia Confuorto nel nuovo progetto "Josè restaurant” di
Villa Guerra a Torre del Greco, portando con se parte della sua brigata.
Lo chef si definisce "carnale". Ama fortemente il
suo territorio e rispetta la cucina tradizionale e la stagionalità dei
prodotti. Lavora molto poco gli ingredienti, cercando in questo modo, di
riportare a tavola i veri sapori che madre natura ci dona.
I suoi pesci preferiti?
Triglia, Bandiera e Scorfano. Difatti li troverete sempre
nel suo menù.
Alla base della sua vita c'è la sua famiglia, che ama
profondamente. La moglie Giovanna e i suoi bellissimi figli.
Non pranza mai senza di loro e da subito gli ha insegnato a
mangiare bene e di qualità. Proprio questo suo lato paterno, lo ha spinto a
creare un menù per i più piccoli.
Ama la convivialità e desidera che tutta la brigata sia
unita a tavola prima di ogni servizio.
Chi lavora al fianco di Domenico?
La sua brigata è una vera squadra.
Fernando Squiteri è il suo braccio destro e Andrea Marano,
il pastry chef.
Lo chef ha stretto un forte legame con ognuno di loro e
questo si percepisce in ogni portata, dall’Entrée al Dolce.
Villa Guerra, la dimora del ristorante “Josè”, è la prima
villa vesuviana con ristorante alla carta aperto tutti i giorni sia a pranzo
che a cena.
Antica dimora di villeggiatura, rimodernata nel 2012, Villa
Guerra mantiene il calore e l'ospitalità di una vera casa. Un ampio viale
alberato, ci porta all'ingresso principale dove ritroviamo la statua di san
Gennaro, simbolo tradizionale delle case vesuviane, ma qui, diversamente dalle
altre, il santo non guarda verso il Vesuvio, bensì verso il mare.
La villa, nonostante sia situata al centro della città,
rispetta perfetta la quiete e la tranquillità. Circondata da un grande giardino
e un piccolo orto coltivato a grande richiesta dello chef.
Essa è composta da tre ambienti molto interessanti, che
completano al meglio questa location.
All’ingresso della villa vi è una sala adibita agli
aperitivi e alle degustazioni di Rum, un vero salotto elegante dove potersi
rilassare e godersi anche un caffè in compagnia dello chef. Poi vi è la sala
ristorante con 40 coperti ed un arredamento davvero unico, studiato nei minimi
dettagli dalla signora Maria Josè Guidone, la proprietaria dalla quale prende
il nome la magnifica villa. La mise en place ospita le magnifiche ceramiche
gragnanesi di Lucio Coppola e le pareti bianche e i tavoli di legno scuro,
creano un’ambientazione davvero confortevole e molto raffinata, il tutto
accompagnato dal tocco di classe della signora Josè.
Al piano superiore della villa, una grande sala con circa
120 posti dedicata agli eventi privati, con una bellissima terrazza che da sul
mare.
Il mio consiglio è di non perdervi questo posto incantevole
e di lasciarvi stupire dalla cucina dello chef Iavarone. Sono certa che non lo
dimenticherete più!
Foto e Testo di Ornella Buzzone
wow che posto meraviglioso!
RispondiElimina