Cari amici, come promesso oggi vi racconto del mio viaggio, o meglio, della mia avventura culinaria, alla scoperta dei sapori della Sicilia, la terra dove mia nonna è nata e dove ha imparato a cucinare.
Eccoci qua, mia sorella, io e la mia "amica" reflex partiamo dall'aeroporto di Napoli con destinazione Catania, con tanta voglia di scoprire ed assaporare i frutti di questa terra di cui tanto abbiamo sentito parlare durante i racconti della nonna. Ad accoglierci ci sono mia cugina Marianna e il suo fidanzato Giuseppe detto "Pinuzzo" e saranno proprio loro a farci da Cicerone in questo viaggio.
Il nostro primo giorno lo dedichiamo a Catania, città nera di lava, ai piedi dell'Etna, iniziamo la giornata, come da buona abitudine, con una grande colazione con "granita e brioche", poi subito giù per le strade del centro, verso il Duomo di Sant' Agata, con la sua grande piazza e la fontana dell'elefante, fino ad arrivare alla famosa "Pischaria" ovvero il mercato del pesce. Un'esperienza davvero speciale, non si può assolutamente mancare questa tappa, se si è in visita a Catania, qui tra il mormorio e le grida dei mercanti si può acquistare pesce fresco, pescato di prima mattina ed alimentari di tutti i tipi come olive, noci frutta e verdura....
Il pomeriggio lo dedichiamo alla visita di Aci Trezza, il paese di pescatori dei Malavoglia, ormai rinomata costiera turistica, grazie alle Isole dei Ciclopi, molto simili ai nostri Faraglioni di Capri. Ci dirigiamo poi ad Aci Castello, con il suo grande castello Normanno che sorge su una roccia di origine vulcanica nera.
Qui tra queste splendide stradine non possiamo fare a meno di assaggiare le Arancine Siciliane, sia al forno, che fritte, come richiede la tradizione accompagnandole da un bicchiere di seltz. Una vera delizia per il palato.
Combattendo la stanchezza, la sera andiamo verso il Castello Ursino, il castello svevo di Catania, oggi museo civico, situato in una zona tipica dove viene cucinata la carne di cavallo. Ebbene si, qui viene cucinata alla brace, i siciliani ne sono ghiotti, io ho dovuto farne un piccolo assaggio e vi dirò che non mi hanno fatto impazzire.
Il sabato ci siamo svegliati molto presto per andare ancora più al sud, verso Noto, città barocca patrimonio dell'Unesco, con le sue bellissime chiese e palazzi, famosissima per la manifestazione dell'Infiorata, che viene svolta nel mese di maggio. Proprio qui c'è uno dei caffè più importanti, Caffè Sicilia, dove si possono mangiare alcune eccellenze siciliane. E' stato davvero bellissimo sedersi al tavolino e gustare un tris di granite "pesca e basilico, gelsi neri e limone", e la cassata siciliana attorniata da uno spettacolo bellissimo che è Noto.
Lasciamo questo piccolo comune in provincia di Siracusa per dirigerci verso Marzamemi, fermandoci lungo la strada solo per alcuni minuti alla scoperta dell'Isola delle Correnti, un posto davvero suggestivo, una piccola superficie di terra collegata al Sud della Sicilia, proprio alla fine dell'Italia, da una striscia di terra che in base alla marea alterna il suo essere isola o penisola proprio nel punto in cui si incontrano il mar Ionio e il mar Mediterraneo.
Marzamemi è stata una delle tappe più caratteristiche di questo viaggio, con la sua storia delle vecchie tonnare, il suo porticciolo e la sua piazzetta piena di colori. Marzameni è un borgo marinaro, famoso per il suo porto e la tonnara, la più grande della Sicilia. Qui abbiamo cenato in un ristorantino davvero tipico, "Al Boccone" dalla cucina prettamente siciliana, con i tavoli sul mare, un vero angolo di paradiso, dove grazie alle indicazioni del proprietario, un tipo davvero simpatico e cordiale, abbiamo gustato i migliori tagliolini al pesto di pistacchi e bottarga, potendo godere al contempo di una vista mozzafiato,. Insomma una tappa obbligatoria per chi va a visitare Siracusa e dintorni. Felici dopo questa bellissima giornata ricca di cibo, sorrisi e splendidi paesaggi, ci dirigiamo verso casa per riposarci un po e prepararci per la giornata seguente.
L'indomani, ammaliati dalle bellezze della costa sud orientale, raggiungiamo Siracusa e l'Isola di Ortigia, parte più antica della città, qui abbiamo visitato il Duomo di Siracusa, dedicato ad Atena, anche esso patrimonio dell'Unesco, che con il suo stile barocco e roccoco è il monumento più importante della città. Da qui ci siamo diretti verso il Castello Maniace, uno dei più importanti monumenti del periodo svevo a Siracusa e uno
tra i più bei castelli eretti in difesa del Porto Grande.
Qui pranziamo al volo con una pizza tipica locale i "vota vota", praticamente una pizza dalla pasta sottilissima, farcita e arrotolata (votata) su se stessa. Io l'ho provata sia con le melanzane che con le patate, ma con impasti di pizza diversi da quelli classici. Nella zona di Ragusa viene
farcita col pomodoro mentre a Siracusa col prezzemolo. Che dirvi, davvero buona, inoltre mi ricordava molto le focacce con le patate, della mia nonna ragusana.
Ecco a voi la ricetta siracusana:
Per l' impasto:
- 500 g. di farina di grano duro
- 12,5 g. di lievito di birra fresco o mezza bustina di lievito in polvere
- 1 cucchiaio di olio evo
- acqua q.b.
- 1 pizzico di sale
- 1/2 cucchiaino di zucchero
Per il ripieno:
- 1 mazzetto di prezzemolo fresco
- 40 g. di pomodori secchi sott' olio
- 150 g. di pecorino siciliano primosale
- 1/2 cucchiaino di peperoncino rosso tritato
- sale q.b.
- 1 rosso d' uovo per spennellare l' esterno
Disponete su un piano di lavoro la farina a fontana, al
centro ponete il lievito di birra disciolto in un po' d' acqua tiepida oppure
direttamente il lievito secco, aggiungete l' olio evo, un pizzico di sale e lo
zucchero. Cominciate ad amalgamare l' impasto ed aggiungete poco alla volta
dell'acqua tiepida, tanta quanto basta a rendere la pasta soda. Lavorate l'impasto per circa 10 minuti e formate un panetto. Una volta pronta ponete la
pasta in una ciotola, copritela con un canovaccio e fatela lievitare per circa
un ' ora (nel caso usiate il lievito secco non c' e' bisogno di riposo per la
lievitazione). Passato il periodo di lievitazione prendete il panetto e
appiattitelo, stendete la pasta con un matterello fino ad ottenere uno spessore
sottilissimo, di circa 5 mm. Stendete la pasta su un foglio di carta forno
e adagiatela in una placca. Cominciate a farcire il vota vota disponendo sulla
pasta il prezzemolo ben lavato e tritato con la mezzaluna assieme
al pomodoro secco. Continuate con il pecorino tagliato a cubetti e una
spolverata di peperoncino rosso tritato, un pizzico di sale e cominciate ad
arrotolare pian piano su se stesso il vota vota, ad ogni giro dovete appiattire
il più possibile la pasta con le mani. Lasciate i bordi laterali aperti e bucherellate
la parte superiore con una forchetta. Spennellate il tutto con un rosso d'uovo
sbattuto e ponete in forno a 180° per circa 30 minuti.
Il viaggio continua...
Ornella.
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